LA MANIFATTURA
LA MANIFATTURALA MANIFATTURA
LA MANIFATTURA
REVOL
REVOL REVOL
REVOL –
RICHARD GINORI
RICHARD GINORIRICHARD GINORI
RICHARD GINORI
VADO LIGURE
VADO LIGUREVADO LIGURE
VADO LIGURE
1898
1898 1898
1898 -
--
-
1913
19131913
1913
Si ringraziano tutti i privati che
hanno messo a disposizione di
questa manifestazione le loro
collezioni personali per la buona
riuscita della mostra e per una
migliore divulgazione di questa
storia tutta vadese.
Il ricavato della vendita delle
riproduzioni sarà dedicato alla
predisposizione di un service
finalizzato all’inizio di una
mappatura e predisposizione di
cartellonistica dedicata alla
descrizione di siti di importanza
storica e/o artistica esistenti sul
territorio di Vado Ligure.
Con piacere abbiamo accolto l'Iniziativa della Sezione Lions di Vado Ligure - Quiliano
"Vada Sabazia" per l'indubbia e lodevole intenzione benefica che caratterizza questa
manifestazione.
Come accade spesso nelle iniziative dei Lions, al di del valore sociale, si evince una
grande intenzione culturale e un forte rispetto per la Cosa Pubblica.
In questo caso l’attaccamento al territorio ci porta a riscoprire e valorizzare parte della
storia industriale, riscoprendo una fabbrica di ceramiche che alla fine dell'Ottocento si
insediò in Vado Ligure portando benessere e sviluppo a tutta la comunità locale.
La Revol fu importante per Vado Ligure perchè portò lavoro, ma anche cultura artistica,
aprendo in un certo qualmodo un periodo di eccellenza artistica della Nostra Cittadina.
Vado Ligure, 11 Dicembre 2010
L’Assessore alla Cultura del Comune di Vado Ligure
Toso Pietro
Nell’ambito del programma 2010/2011 del Club Lions “Vada Sabatia”, abbiamo pensato di
focalizzare l’impegno di servizio per la riscoperta e la valorizzazione delle ricchezze del
passato e del presente dei territori di Vado Ligure e di Quiliano.
Si cerca così di iniziare un percorso di conoscenza del territorio che possa condurre a
rinsaldare la memoria storica nelle nuove generazioni, nella convinzione che sia sempre
necessario uno stimolo che proceda dal ricordo alla formazione continua.
Mentre è nota al mondo la produzione ceramica delle Albissole, solo pochi appassionati
conoscono la breve ma intensa parentesi della esperienza del particolare “gres ceramico”
della Ditta Revol a Vado Ligure.
Grazie alla collaborazione di coloro che negli anni hanno gelosamente conservato
manufatti della Revol, il nostro Club ha pensato di riprodurre alcune tipologie di vasellame
ad ispirazione dell’antico.
L’augurio è quello di risvegliare l’interesse dei conoscitori e di promuoverne la nascita
nei giovani, in una riproposizione annuale delle varie tipologie di forme e decori, per
scongiurare l’alternativa alla conoscenza che è solamente l’oblio.
Vado Ligure, 11 Dicembre 2010
Il Presidente del Lions Club Vado Ligure e Quiliano
Maurizio Barbero
1
LA CERAMICA RÉVOL-GINORI DI VADO LIGURE
PREMESSA STORICA
A circa 100 anni dalla chiusura dell’attività della Società Ceramica Richard Ginori, con
poche testimonianze scritte e orali sui fatti e gli avvenimenti che hanno interessato
questa breve avventura, si è provato ad effettuare un rilancio di quella storia, vicina nei
tempi ma lontana nella conoscenza, con la diffusione della sua storia e con la
produzione di ceramica liberamente ispirata a quella originale.
Occorre ricordare che la ceramica prodotta a Vado Ligure, pur nella brevità dei
tempi (dal 1898 al 1913), ha rappresentato un momento importante nella storia della
ceramica italiana, grazie all'introduzione di stoviglie in gres, materiale di origine nord
europea, che aveva quale caratteristica principale quella di essere realizzata
escludendo l'uso del piombo, tecnica che la rendeva così utilizzabile anche per scopi
alimentari.
Questa realtà viene documentata dalla stessa Richard Ginori in una sua
pubblicazione che descrive le fabbriche del gruppo e la loro produzione.
La fabbrica di Vado viene codescritta:
il più modesto dei nostri stabilimenti. Lo fondò la Casa Revol di St. Uze. Il suo prodotto
consiste in stoviglie di gres.
La materia, come la porcellana, si conserva al fuoco e non si rompe se non quando ne è
ritirata con brusco trapasso a basse temperature.
2
La durezza della materia rende queste stoviglie più igieniche della terraglia tenere e per questi
complessivi caratteri la raccosta alla porcellana, alla quale sta come la terraglia tenera alla
dura. Essa ha infatti lo speciale pregio di corrispondere anche alle maggiori esigenze
dell'igiene, vuoi nella fabbricazione, vuoi nell'uso. Poiché non vi si contiene piombo in
nessuna minima misura. È risaputo che i reclami del pubblico e della stampa, portarono
anche divieti legislativi in difesa della salute degli operai come dei consumatori, ma la
necessità condusse a tolleranze. Si è studiato e si studia di ridurre la dose di piombo alle
minime proporzioni, ma finora non si è riuscito ad escluderlo affatto”.
3
Al fine di comprendere meglio la situazione storica del tempo è anche interessante
citare alcuni resoconti del periodo ottocentesco relativi a Vado Ligure.
Chabrol de Volvic, prefetto napoleonico del Dipartimento di Montenotte, così
descrive la Vado Ligure all 'ini zio dell'Ottocento, villaggio con una popolazione di poco
p di 1000 abitanti, dedicati all’agricoltura, alla pesca e al commercio marittimo per il tra-
sporto a Savona della legna proveniente dai boschi dell'entroterra:
"Vado è una piana bella e fertile, situata in riva al mare, davanti al villaggio una bella
rada, e/o ve possono trovare rifugio trenta vascelli, è riparata dai venti in tutte le stagioni,
permettendo un ottimo ancoraggio".
Lo storico locale Cesare Queirolo, così descrive la sua Vado Ligure:
"dal non lieto aspetto, attesa la dispersione dei suoi abitanti, e le innumerevoli case
rovinate e cadenti, che si incontrano ad ogni pie sospinto, ma la campagna ne è aperta e
fertilissima, le colline amene e coperte di molta parte di belli oliveti. Il clima è salubre,
mentre l'invalsa opinione di considerarlo invece malsano e soggetto alle febbri
intermittenti. Certo anticamente, quando il padulo del Lusso era più esteso, i terreni men
coltivati, la detta opinione non era priva di fondamento, ma ora avviene il contrario. Eccetto
la polla d'acqua all'estremità di Vado verso Savona. paludi non vi sono".
4
Relativamente agli aspetti industriali della zona è utile ricordare che i primi sviluppi
iniziarono nella seconda metà dell’800 e precisamente con due iniziative francesi relative
alla produzione di prodotti refrattari.
Il primo di questi insediamenti industriali è dei fratelli G. B. Ottavio e Desiderio Mario
Daumas, che provenienti dal vicino sud della Francia impiantano una fabbrica per la
produzione di piastrelle per pavimenti denominate "esagonette" di uso comune a Marsiglia.
Tale iniziativa durò circa sette anni trasferendosi poi a Cairo Montenotte che aveva una
cava di terra ferruginosa particolarmente adatta alla lavorazione delle piastrelle, per poi
cederla ad una ditta di Cairo. La fabbrica di Vado passò di mano e riprese la produzione di
mattoni e di "esagonette" nelle sue cinque fornaci a carbone.
La seconda iniziativa industriale si avv quando un altro francese, Paul Michallet,
impianta a Vado una prima fabbrica di prodotti refrattari seguita da un secondo stabili-
mento con la specifica specializzazione per la produzione di apparecchiature in gres per
l'industria chimica.
A questo proposito è utile citare, riportandola quasi interamente, la ricca relazione di
Giovanni Lunardon pubblicata nel Maggio 2004 sul volume “Bianco-blu cinque secoli di
grande ceramica in Liguria” pubblicato dalla Skira editore di Milano in occasione della
designazione di Genova come Capitale Europea della Cultura.
5
LA STORIA
Nel 1898 grazie all'intraprendenza dell'imprenditore francese Luigi Gustavo vol si
impianta a Vado Ligure una fabbrica per la produzione di un particolare tipo di gs,
privo di rivestimento in piombo, decorato a tampone o a stampo in blu cobalto su di un
fondo di colore bianco. Questa produzione era conosciuta come ceramica Révol, dal
nome del suo ideatore, o anche con il marchio di "Terre d'Acier", destinato a rimanere
tale anche dopo la cessione dell'impianto vadese alla società Richard Ginori.
L'arrivo di Révol a Vado coincide con gli inizi dell'industrializzazione di questo ter-
ritorio, fino ad allora legato a
un'economia povera fondata sulla
pesca e su modeste attività agro-
silvo-pastorali
1
.1 primi impianti
produttivi sono significativamente
in relazione, nella vallata, con la
presenza di un'argilla molto
depurata, funzionale all'esercizio
di attività di produzione
ceramica. Non è dunque un caso
se nel 1871 i fratelli G. B. Ottavio e Desiderio Mario Daumas, originari del dipartimento
francese del Var, affittano in Vado una fornace per mattoni per stabilirvi una fabbrica di
6
'esagonette' secondo lo stile di Marsiglia, con l'impiego di maestranze francesi.
Nel 1887 è ancora una volta un francese, Paul Michallet, coadiuvato nelle funzioni di
direttore dello stabilimento dal socio in affari Clement Matton, a insediare in Vado una
fabbrica di prodotti refrattari, attività destinata a un significativo successo in quanto
collegata allo sviluppo, nella vicina cit di Savona e ancora di più nell'area genovese,
dell'industria siderurgica e chimica.
Nasce così nel 1840, grazie all'intervento di Bourniquez, la prima moderna fonderia di
ghisa della Liguria occidentale; si deve a due imprenditori della Savoia, Giuseppe Tardy e
Stefano Benech, l'origine della grande industria siderurgica nell'area portuale savonese
(1861); ma si dovrebbero ricordare anche le operazioni imprenditoriali di Galopin-Sue,
Jacob e Cie, di Martinet & Fratelli Sevez e soprattutto di Servettaz nell'ambito delle
attivi metallurgiche, co come gli interventi di Silvestre Allemand nel settore
alimentare (frutta candita) e di Giovanni Margreth in quello delle acque gassate
2
.
Proprio Michallet dovette avere un ruolo nell'insediamento a Vado Ligure di Gu-
stavo Révol
3
. È dunque probabile che Révol attinga da Michallet le prime informazioni su
Vado e forse dallo stesso sia stato persuaso a costruire qui un suo stabilimento.
L'impianto sorge sulla sponda sinistra del torrente Segno, in quelle aree che erano
state ricavate in seguito all'arginazione del torrente e alla realizzazione della strada che
doveva congiungere il litorale vadese a Segno, opera condotta dal consorzio per la strada
Vado-Segno. Qui Révol struttura un impianto di moderna concezione dotato di due
fornaci e di ambienti destinati a laboratorio, officina, magazzino, uffici, riproponendo a
7
Vado lo stesso tipo di ceramica per stoviglie che lo aveva reso noto in Francia.
Il centro dell'attività di Révol si trovava a Saint Uze, nell'alta Provenza, nelle vici-
nanze del Rodano, dove la famiglia vol nello stesso
anno della Rivoluzione francese, il 1789, aveva avviato
la produzione di un particolare tipo di ceramica. Nelle
intenzioni questa avrebbe dovuto imitare la porcellana,
nel colore (il bianco) e nello stile, ma a causa della
natura della terra cavata nella vicina località di Saint
Barthelemy, un'argilla plastica mischiata a sabbia
granitica, dai forni uscì un vasellame di colore bianco-
grigiastro, opaco, assai resistente ai forti sbalzi di calore
e con un pregio singolare: la possibilità di non ricorrere
a rivestimenti a base di piombo per la naturale
disposizione di quel tipo di terra a vetrificare alle alte
temperature.
Nel corso dell'Ottocento l'attività dei Révol ebbe modo di ottenere un vasto successo
4
che determinò non solo un aumento della manodopera impiegata nello stabilimento di
Saint Uze, ma anche l'apertura di nuovi punti vendita sia lungo la vallata del Rodano, sia
in grandi centri come Marsiglia (1829) e Lione (1834). Nella seconda metà del secolo la
produzione di oggetti Révol era ormai diffusa nel sud della Francia e raggiungeva anche
importanti mercati come Parigi e Bordeaux. A questa espansione commerciale corrispose
8
anche un affinamento della produzione con l'affiancamento all'originaria linea di vasella-
me da cucina di colore bruno, p ordinaria, di un servizio da mensa di colore bianco, de-
corato a tampone in cobalto-manganese. Con questo tipo di prodotto Gustavo Révol si
propose di tentare la strada del mercato italiano dando vita allo stabilimento di Vado,
dove tali oggetti venivano prodotti utilizzando la terra inviata per ferrovia da Saint Uze e
con i procedimenti che avevano reso celebre in Francia la ceramica Révol
5
.
Per l'Italia si trattava indubbiamente di una novità: la ceramica Révol era infatti la
prima a non prevedere il rivestimento piombifero, proprio negli anni in cui si diffondeva
la consapevolezza dei riflessi negativi esercitati sulla salute dall'impiego di questo minera-
le nelle coperture della ceramica da tavola
6
.
La breve parentesi della presenza di Révol a Vado si concluse presto. A un anno ap-
pena dall'avvio della produzione, Révol infatti concludeva un accordo commerciale con la
ditta Richard Ginori, prologo del vero e proprio atto di vendita che sarebbe intervenuto
il 4 gennaio 1900 a firma del notaio Gaetano Gastaldini: al prezzo di 61.000 lire Révol cede-
va al presidente della società milanese, avvocato Samuele Segre, l'intero stabilimento
comprensivo di immobili e macchinari
7
.
Indubbiamente il successo commerciale del così detto grès ceramico (o porcellane
delle salute o ancora ceramiche igieniche), unitamente a una strategia di espansione
della casa ceramica di Milano, suscitarono l'interesse della Richard Ginori per il pur
modesto impianto vadese di Révol.
Le condizioni contenute nel rogito fanno emergere con chiarezza le intenzioni com-
9
merciali della Ginori
8
: acquisire un segmento innovativo nel mercato delle stoviglie in ce-
ramica, contenere la penetrazione di Révol e del suo metodo in Italia all'interno di un ac-
cordo di durata quindicinale in cui le parti si impegnavano a non farsi concorrenza nei ri-
spettivi ambiti nazionali, separando le reciproche sfere di influenza commerciale.
La Richard Ginori acquisiva altresì da Révol il diritto di mantenere non solo la de-
nominazione dello stabilimento (Ditta G. Révol) ma anche il marchio di fabbrica "Révol
terre d'acier Vado Ligure"
9
, prova dell'affermazione commerciale di questi prodotti, che
suggeriva di conservarne i segni di riconoscimento.
In un primo momento parve che la Richard Ginori
fosse intenzionata a investire nell’impianto vadese: ne
sono testimonianza l'acquisto nel 1905 di ulteriori 5000
metri quadrati da adibire all'espansione della ditta
10
, la
realizzazione di una nuova palazzina per uffici e
l'alloggio del guardiano e la nomina a direttore dello
stabilimento di un uomo dell'azienda di grande e
provata affidabilità come l'ingegner Giulio Mandruzza.
Poi, quasi improvvisamente, intervenne la decisione
del consiglio di amministrazione nel 1909 di cedere
l'impianto venduto alla ditta di pitture e smalti di
Camillo Fumagalli, nel 1913
11
. La difficile congiuntura del
mercato impose alla Richard Ginori di scegliere tra il piccolo stabilimento vadese e il ben
10
più consistente impianto di Mondovì, acquistato nel 1897, che a quell'epoca (1914) era in
piena espansione
12
.
Dopo quindici anni di attività cessava dunque la produzione vadese di grès ceramico: in
questo modo la Richard Ginori poneva fine ad un esperimento per molti versi unico in Italia,
rilanciando la più tradizionale produzione di terraglia tenera che proprio nello stabilimento
di Mondovì avrebbe trovato un punto di forza.
I CARATTERI DISTINTIVI DELLA PRODUZIONE RÉVOL DI VADO LIGURE
Per quanto concerne le caratteristiche tecniche, la produzione di grès di Vado presenta
alcune peculiarità, innanzitutto nell'impasto. Come si è detto la terra proveniva da Saint
Uze e consisteva in un'argilla caolinica miscelata a rena, silice o frammenti di terraglia cotta.
La cottura avveniva ad altissima temperatura in forni cilindrici, provvisti di bocche verticali,
alimentati a carbone fossile. La particolarità consisteva nell'ottenere, in monocottura, un
rivestimento impermeabilizzante mediante l'uso di sale marino"
13
.
L'esito della cottura era una ceramica greificata di pasta solida, dura, sonora e opaca, di
grana più o meno fine e di colore grigiastro, impermeabile senza bisogno di alcuna vernice.
La gamma morfologica, piuttosto ricca, ha consentito di individuare ventisei forme
principali, con alcune significative varianti che differiscono per dettagli formali o per di-
mensioni. Tali forme, in prevalenza chiuse, si distinguono, in base alla loro funzione, in va-
sellame da mensa, da cucina e in oggetti per l'arredamento della casa.
Alcune delle forme Révol ritornano anche in dimensioni ridotte nell'ambito di un
11
servizio da tavola in miniatura.
In questo contributo proponiamo, in base a quanto g cernito
14
, una prima classifi-
cazione relativa alle ceramiche 'bianco-blu' prodotte dalla fabbrica di Vado
15
.
APPARATO DECORATIVO
In base alla tavolozza cromatica, si possono
distinguere diverse tipologie; in questo studio si
prendono in esame le decorazioni in bicromia con motivi
in blu cobalto (talvolta anche in manganese, per quanto
tale pigmento non compaia negli esemplari vadesi censiti)
su fondo bianco, contraddistinte sempre da motivi
vegetali realizzati in blu mediante l'applicazione di
tamponi gommati.
I motivi sono costituiti da ramoscelli fioriti o piccoli
fiori stilizzati disposti singolarmente, affrontati a coppie o
posti in sequenza in modo da formare dei festoni. In base
agli esemplari schedati si possono individuare quattordici
tipi differenti.
Nella scelta dei motivi floreali si è attinto alla flora campestre mediterranea con una
forte attenzione alle infiorescenze con sfumature cromatiche tendenti al blu, all'azzurro e
al viola (viole del pensiero, rosmarino, parietaria, cicoria, fiordaliso, non ti scordar di me).
12
La ricerca non ha evidenziato alcun rapporto meccanico tra il tipo di forma e il tipo di
motivo utilizzato.
Per lo più i temi decorativi si dispongono in fasce orizzontali nella parte centrale delle
forme e in prossimità delle due estremità. Essi ritornano,
sempre in funzione ornamentale, anche su coperchi, anse
e beccucci. Talvolta i motivi sono inquadrati da file di linee
o di perle a rilievo poste in prossimi dell'orlo e del
fondo. Le anse, i beccucci e i pomoli dei coperchi sono
non di rado occasione per ospitare decorazioni sagomate
eseguite a rilievo mediante stampo.
1 Per una storia di Vado nell'Ottocento cfr. Casalis 1994, pp. 287-289 e Cougnet 1995.
2 Cfr. Cerisela 1965, pp. 13-31; Celotto, Garbarino, Zinola 1999, pp. 21-39.
3 Si deve a Cameirana (1989, pp. 117-128) la prima ricostruzione storica condotta sulla base di solide informazioni
documetarie e d'archivio sulla produzione ceramica vol-Ginori a Vado Ligure.
4 Nel 1806 i prodotti Révol sono premiati all'Exposition de Paris; nel 1868 la manifattura ottiene la medaglia
d'argento all'Exposition Internationale du Havre.
5 La casa Révol è ancora oggi in attività.
6 Nel volume Primo trentennio della Socie ceramica Richard Ginori 1903, così si definisce il nuovo tipo di cera-
mica: "Essa ha lo speciale pregio di corrispondere anche alle maggiori esigenze dell'igiene, vuoi nella
fabbricazione, vuoi nell'uso. Perc non vi si contiene piombo in nessuna minima misura". L'accordo
commerciale risale al 1 febbraio 1899.
13
7 Cfr. Cameirana 1989, p. 121.
8 Tale marchio venne depositato da Révol alla sottoprefettura di Savona il 26 febbraio 1898.
9 Con atto, datato 12 luglio 1905 e firmato dal notaio Francesco Bonini di Genova.
10 II giorno 15 febbraio 1913 il presidente della Richard Ginori, commendator Augusto Richard, stipula l'atto di ven-
dita, a favore del signor Camillo Fumagalli, col divieto di utilizzare i forni al fine di produrre ceramica o di
operare in qualunque modo concorrenza nei confronti della società venditrice.
11 Baggioli 1973 Figuier 1877,1, cap. XXXV, p. 350.
12 La ricerca è stata condotta da Donatella Ventura e da Luisa Bugna.
13 A questo proposito gli clementi di riconoscimento del luogo di produzione sono costituiti dai marchi di
fabbrica. Se ne possono distinguere tre: due di questi (tipi a eb) recano l'iscrizione "Terre d'Acier Vado
Ligure" disposta in senso circolare con al centro l'indicazione "Révol", in un caso inscritta in un cerchio
(tipo b). Il terzo marchio (tipo e) allude al passaggio dell'impianto alla Richard Ginori: il nome della azienda
milanese compare a semicerchio con la dizione "Soc. Cer. Richard Ginori Milano" attorno ad una caffettiera
stilizzata che alla base reca la scritta "ceramica". Quest'ultimo non compare in alcuno dei reperti censiti.
14
Sempre citando il commentario di Giovanni Lunardon possiamo così definire le
principali produzioni di ceramiche della Revol.
Vasellame da mensa
Le forme prodotte sono le seguenti:
teiera, caffettiera, bricco, piccola brocca, tisaniera, tazza, zuppiera, terrina,
zuccheriera, saliera, bottiglia
Vasellame da cucina
cestello, contenitore da cucina, porta latte,
filtro per l’acqua
Servizio in miniatura
piatto piano, raviera, salsiera, tegame,
catino, bricco, zuppiera, pentola
Oggetti per l'arredamento della casa
lume, “veilleuse” composta da quattro pezzi: fornello, teiera, elemento di
raccordo e piccolo bruciatore a corpo cilindrico con ansa ad anello
15
Marchi utilizzati sulla ceramica prodotta nella fabbrica di Vado Ligure.
Marchi utilizzati sulle apparecchiature chimiche e sulle “esagonette” tipo Marsiglia
prodotte nella fabbrica di Vado Ligure.
16
OGGI
Allo scopo di recuperare parte della memoria di questi
eventi storici, il Lions Club Vado Ligure Quiliano “Vada
Sabatia” ha deciso di far realizzare alcuni pezzi ceramici
liberamente ispirati alla produzione della Revol per portare
nelle case, di quanti lo reputino interessante, una traccia per
rivivere quel momento della storia di Vado Ligure.
I pezzi sono stati realizzati interamente nel laboratorio
artigianale MI-ART di Albissola Marina, con una tecnologia
non industriale, vista la limitata produzione.
La realizzazione del biscotto ceramico è stata eseguita mediante un procedimento a
colaggio, seguito dalla necessaria essiccatura e dalla successiva cottura in forno a 1040°C.
La seconda fase è consistita nella decorazione che è stata eseguita
unicamente a mano, anziché con tampone in gomma imbevuto di colore,
mediante la tecnica sopra-maiolica, riproducendo buona parte dei decori
tipici della Revol e successivamente cotta in forno a 975°C.
Le ceramiche sono state maggiormente decorate rispetto a quelle
originali (nate principalmente come stoviglie di utilizzo comune), in
modo che ogni nuovo pezzo riporti due o tre elementi differenti tra loro.
17
Antica sede della fabbrica Revol a Vado Ligure
Città di Saint Uze nell’Alta Provenza francese
LIONS CLUB
LIONS CLUBLIONS CLUB
LIONS CLUB
VADO LIGURE QUILIANO
VADO LIGURE QUILIANOVADO LIGURE QUILIANO
VADO LIGURE QUILIANO
“VADA SABATIA”
“VADA SABATIA”“VADA SABATIA”
“VADA SABATIA”